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18 Lug 2022

Paz inedito: ritrovato murale di Andrea Pazienza di 50 anni fa nascosto dall’intonaco.

Fumetti creati con le bombolette spray e firmati Paz 72 emergono dalla ristrutturazione della casa sul Gargano appartenuta alla famiglia Pazienza fino al 2003.

Un ritrovamento inatteso, un murale su tre pareti realizzato quando, a 16 anni, quello che sarebbe diventato il genio del fumetto, morto all’improvviso a 32 anni nell’88, si divertiva a “sporcare” le pareti della camera più piccola della casa di famiglia.

Un’immagine maschile che tiene in bocca la testa di una donna, una figura intera di una donna nuda e la scritta Good Bye.
Il protagonista di buona parte del murale finora scoperto, è il professor Sandro Visca, ritratto più volte da Paz, il suo insegnante di disegno al Liceo Artistico di Pescara destinato a diventare l’amico di una vita di Andrea.
Lo prendeva in giro ma gli voleva bene, ricambiato.
Il loro legame era speciale. Pazienza raccontava di trascorrere i pomeriggi con gli amici e i professori, “gli stessi che la mattina mi sbattevano fuori dalla classe”.
Visca aveva intuito subito di avere di fronte il talento un fuoriclasse.

Nel murale ritrovato una frase, ‘Ca t pozzn accid’, in sanseverese, il dialetto della città in provincia di Foggia in cui era nato il padre Enrico e in cui Andrea è sepolto a terra, come da sua volontà.

Nato nelle Marche a San Benedetto del Tronto, Andrea Pazienza, irriverente e provocatorio, è una icona assoluta di genialità e creatività.
Milo Manara lo ha definito ‘il Caravaggio dei giorni nostri’ mentre Roberto Benigni, che gli ha dedicato dopo la morte il film ‘Il piccolo diavolo’, diceva di Andrea “Era eclettico ed anche molto bello: aveva la gioia di vivere negli occhi. Era inimitabile, un talento irripetibile”.

I suoi primi disegni: un regalo inatteso che lascia in eredità al suo Gargano, un’opera che non si può trasportare altrove, una delle tante sorprese di Paz che a 12 anni, come ha raccontato la mamma, aveva già disegnato anche il suo funerale, presagio di una morte prematura che ha consegnato per sempre Andrea Pazienza, con il suo tratto fulmineo e i suoi personaggi strappati alla realtà, alla storia come una vera rockstar.

Aveva detto al padre: “Se mi dovesse succedere qualcosa, voglio solo un po’ di terra a San Severo, e un albero sopra”.
E così è stato.

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