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Jurij Gagarin l’uomo che 60 anni fa diede inizio ad una nuova era
Ore 9:07 del mattino.
Dal cosmodromo di Baikonour prendeva quota la navicella Vostok 1 per compiere una volata attorno all’intera orbita terrestre.
Non era un viaggio qualunque, ma la prima volta che un uomo lasciava la terra e si lanciava nell’immensità dello spazio.
Jurij Gagarin un astronauta sovietico che a sette anni dall’invio di animali nello spazio e a quattro anni dal lancio dello Sputnik (il primo satellite artificiale mandato in orbita intorno alla Terra senza presenze umane al suo interno) compiva l’impresa del secolo.
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Appena giunto nello spazio il 27enne Gagarin pronunciò una frase che rimase nella storia: “Vedo la terra. È blu!”
La capsula frenò la sua corsa, accendendo i retrorazzi per consentire il rientro nell’atmosfera terrestre in Kazakistan.
Quando si trovava a circa 7 mila metri da terra, Gagarin venne espulso dall’abitacolo e scese a terra con un paracadute in un campo a sud della città di Ėngel’s nell’oblast di Saratov.
Il 14 aprile 1961, Gagarin venne onorato con una parata di 19 km alla quale parteciparono milioni di persone e che si concluse nella Piazza Rossa dove Nikita Krusciov gli conferì il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
Gagarin morì il 27 marzo 1968 a 34 anni, sette anni dopo il primo volo umano per un incidente a bordo di un caccia MiG-15UTI insieme al suo istruttore di volo.